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Come medicare una ferita: punti di approccio

Quando ci si trova a dover fare una medicazione, spesso si ha paura di compiere azioni sbagliate, che possono provocare danni o non far guarire nel modo giusto la ferita. Il procedimento è semplice, composto da pochi gesti e sono necessari solo pochi strumenti. Vediamo insieme come fare una medicazione efficace di lesioni superficiali nel modo più facile possibile, tenendo conto che per le ferite che non guariscono o più complicate va sempre consultato un medico o un infermiere.

I tipi di ferite

A seconda del tipo di ferita, bisogna agire in modo diverso. Le tipologie di ferite sono:

  • L’abrasione, ovvero una lesione superficiale della pelle o della mucosa causata da un trauma che colpisce di striscio la superficie del corpo, senza fuoriuscita di sangue;
  • L’escoriazione, che è una lesione superficiale della pelle con fuoriuscita di sangue (le ginocchia sbucciate, che da bambini abbiamo avuto tutti…);
  • La ferita da punta, provocata da oggetti appuntiti;
  • La ferita da taglio, causata da oggetti taglienti, con bordi regolari;
  • La ferita lacera, che viene procurata da oggetti taglienti, con bordi irregolari, talora scollati;
  • La ferita lacero-contusa, provocata da oggetti taglienti, con bordi irregolari e con sottostante contusione.

Occorrente per medicare una ferita

Il necessario per una medicazione è:

  • guanti
  • acqua o soluzione fisiologica
  • disinfettante o acqua ossigenata (solo in caso di ferite “sporche”)
  • garza grassa
  • garza sterile
  • una fascia o cerotto di dimensione adeguata
  • un contenitore per i rifiuti.

Come medicare una ferita

Ci siamo. Non ci resta che iniziare la nostra medicazione, seguendo punto per punto i miei suggerimenti:

  1. Lavare accuratamente le mani;
  2. Indossare i guanti;
  3. Disporre tutto il necessario su un piano vicino e comodo da raggiungere senza muoversi;
  4. Assicurarsi che tutto sia disinfettato o sterile;
  5. Lavare con cura e a lungo la ferita con acqua corrente; se sporca, rimuovete dalla ferita polvere, terra, sassolini o materia estranea con l’aiuto dell’acqua ossigenata; se sono presenti corpi estranei più grossi, chiamare immediatamente il 118, senza estrarre nulla (ciò potrebbe provocare un’emorragia pericolosa) e fasciando a monte del corpo estraneo;
  6. Disinfettare la ferita con iodopovidone o altro disinfettante per cute lesa;
  7. Tamponare delicatamente con garza sterile, senza sfregare;
  8. Applicare la garza grassa, questa infatti permette di non far aderire le garze e le bende, in maniera tale da poterle rimuovere atraumaticamente al cambio della medicazione;
  9. Fasciare la zona o applicare il cerotto facendolo aderire con cura;
  10. Nei giorni successivi, rimuovere la medicazione e gettarla subito nel contenitore per i rifiuti, osservare la ferita per controllare che si stia rimarginando correttamente e sostituire la medicazione

A cosa fare attenzione per controllare che la ferita stia guarendo

È importante controllare che la ferita stia guarendo e che non ci siano complicazioni. In particolare, nei giorni dopo la medicazione, è bene accertarsi che non compaiano gonfiori e rossori, pus, odori sgradevoli, sensazione di pulsazione e calore. La ferita che sta guarendo deve presentare pelle rosata, dimensione sempre più ridotta, essere asciutta e non odorare.
Se si presentano complicazioni, è fondamentale far intervenire un infermiere per osservare e medicare correttamente la ferita.

Quali ferite far medicare da un infermiere

In caso di ferite chirurgiche, postoperatorie, molto profonde o in posizione scomoda da trattare, è bene rivolgersi a un infermiere che saprà medicare nel modo migliore la ferita per assicurarne la guarigione veloce e sicura.
Esistono poi lesioni da pressione, anche dette ulcere da decubito, provocate da una pressione costante sui tessuti che porta ad una sofferenza e morte cellulare; queste ferite vanno assolutamente gestite con medicazioni avanzate.
Inoltre ci sono lesioni vascolari, dovute a deficit arteriosi o venosi, anche in questo caso è assolutamente necessario farsi seguire da un professionista, eventualmente affiancando un chirurgo vascolare.

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