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“RELAZIONE D’AIUTO E UMANIZZAZIONE DELLE CURE: INFERMIERISTICA TERRITORIALE COME POSSIBILE PROSPETTIVA”

Tesi Master I Livello

MACUP

Management delle cure primarie e territoriali: il professionista specialista”

Dott.ssa Nadia Achaab

ANNO ACCADEMICO 2019 / 2020

INDICE

  1. ABSTRACT
  1. INTRODUZIONE
  1. LUOGHI DI CURA: EVOLUZIONE E STATO DELL’ARTE
    1. L’Organizzazione ospedaliera
    2. L’evoluzione degli ospedali per intensità di cura
    3. Continuità assistenziale territoriale
    4. Differenze tra setting ospedaliero e domiciliare
  1. FAMIGLIA AL CENTRO: PROBLEMA O RISORSA?
    1. Famiglia e Caregivers
    2. Il Paziente esperto e l’empowerment e la health litteracy in medicina
  1. RELAZIONE D’AIUTO E MEDICINA NARRATIVA
    1. Medicina narrativa: come nasce?
    2. Finalità e ricadute nella pratica clinica della NBM
  1. TECNOLOGIA E SANITÀ
    1. Benefici e svantaggi nell’uso di Internet per la salute
    2. I limiti di Internet
  1. INFERMIERISTICA TERRITORIALE: LA MIA ESPERIENZA
    1. La mia esperienza con l’assistenza territoriale: punti di forza e criticità
    2. Cercainfermieri.it
  1. CONCLUSIONI
  1. BIBLIOGRAFIA
    1. Sitografia

  1. ABSTRACT

L’aumento dei costi sanitari e l’incremento delle malattie croniche hanno portato a dei cambiamenti radicali nelle politiche sanitarie e nell’approccio alle malattie: non solo sono cambiati i luoghi e i tempi di cura, ma anche le modalità di presa in carico del malato: rispetto al recente passato sono infatti affidate maggiori responsabilità ad esso e alla sua rete sociale, che oltre a farsi carico dell’aspetto emotivo spesso si ritrova a dover affrontare anche l’aspetto assistenziale.

Tutti questi cambiamenti di prospettiva sottolineano maggiormente l’importanza della relazione che si crea tra malato e operatore sanitario, che proprio grazie alle cure territoriali può migliorare la personalizzazione delle pratiche mediche e assistenziali, umanizzando la clinica e dando importanza al malato e al suo vissuto anche grazie alla Medicina Narrativa e alle Medical Humanities.

Questo studio non vuole solo dibattere in maniera generica di come sia importante l’assistenza territoriale, bensì vuole portare ad esempio la realtà clinica in cui ho lavorato negli ultimi anni, sviluppando progetti di assistenza diretta, che nel loro piccolo hanno apportato importanti contributi nella vita degli ammalati che ho preso in carico.

Questa tipologia di assistenza però ha grandi limiti, infatti essendo svolta in forma privata purtroppo non è accessibile da tutti i cittadini, inoltre se non debitamente strutturata può non garantire continuità clinica. Questo è uno dei motivi per cui ho creato una rete informale di liberi professionisti che operano coordinandosi sul territorio e garantendo ai pazienti e alle loro famiglie una vera presa in carico, non prestazioni “one-shot”, ma continuità delle cure. L’idea della rete e della collaborazione si è poi concretizzata nel 2019 con la partecipazione alla fondazione della start up Cercainfermieri.it, una piattaforma digitale che permette ai malati di trovare un infermiere e fornisce inoltre agli Infermieri territoriali liberi professionisti diversi strumenti di lavoro, tra cui un’agenda elettronica, un forum di condivisione con i colleghi, una rubrica di contatti collegata ai dati anamnestici della persona assistita e una modalità di pagamento elettronico sviluppata da Pay Pal.

Con questo studio descrittivo voglio dunque porre l’attenzione non solo su come l’assistenza territoriale sia il futuro di una sanità lungimirante e attenta al singolo, ma è anche il luogo migliore per sviluppare progetti di lean thinking che vadano davvero incontro alle esigenze del paziente, anche avvalendosi della tecnologia per migliorare lo stato di salute della comunità.

  1. INTRODUZIONE

L’aumento di malattie croniche e tumorali e di nuove patologie, legato ai mutamenti demografici, ambientali, economici e sociali, rischia di rendere insostenibile il welfare state. Le attuali proiezioni riguardo alla popolazione europea suggeriscono che nel 2050 il 37% dei residenti in Europa avrà più di 60 anni.

Le risorse economiche sono limitate e lo sono altrettanto gli investimenti nella sanità, la spesa sanitaria totale in Italia incide per l’8,9% del PIL, mentre la spesa sanitaria pubblica è pari al 6,7% del PIL. Negli ultimi anni i tagli del finanziamento pubblico alla sanità hanno costretto i cittadini ad attingere sempre di più alle proprie tasche per accedere alle cure, portando ad un aumento della spesa privata pari al 2,2% del PIL.

Diversi sono i fattori che minano la sostenibilità del sistema sanitario: non solo il progressivo invecchiamento della popolazione e il costo crescente delle innovazioni, ma anche l’aumento della domanda di servizi e prestazioni da parte dei cittadini.

Il problema della sostenibilità non è però solo di natura finanziaria, perché un’aumentata disponibilità di risorse non permette comunque di risolvere alcune criticità come l’eccesso di medicalizzazione, gli sprechi o l’incapacità di attuare efficaci strategie di prevenzione.

L’attuale deriva del SSN non consegue da un disegno di smantellamento e privatizzazione, ma dall’assenza di una programmazione sanitaria in grado di garantire realmente la sostenibilità della sanità pubblica, l’imponente definanziamento pubblico deve essere compensato dal recupero di risorse da sprechi e inefficienze, riordinando la sanità integrativa.

Tutto ciò richiede nuove modalità di allocazione delle risorse, nuove modalità organizzative, nuove competenze professionali al fine di riorientare la programmazione sanitaria.

È dunque urgente adottare modelli assistenziali innovativi per migliorare la qualità di vita dei cittadini, delle famiglie e delle comunità, l’accessibilità alle cure e la migliore allocazione delle risorse sia umane sia economiche.

Già nel 1999 con il documento La salute nel ventunesimo secolo del OMS (Health21) si promuove una visione che riafferma partecipazione, equità e solidarietà, grazie anche allo sviluppo dell’assistenza territoriale.

L’assistenza territoriale si deve occupare in prima istanza dell’integrazione tra i vari servizi e della presa in carico del malato e della sua rete sociale.

Se a livello normativo e legislativo la necessità dell’assistenza territoriale è una finalità di primaria importanza, a livello di attuazione siamo ancora molto distanti dallo sviluppo dell’assistenza primaria territoriale, questo a causa di una cultura ospedalocentrica, della fragilità organizzativa della rete e della scarsità di risorse. Nonostante non ci sia uniformità nella politica relativa alla rete delle cure primarie e territoriali, esistono comunque diverse realtà e progetti che si impegnano a garantire assistenza a domicilio del malato senza la necessità di doverlo ospedalizzare.

Si tratta di una sorta di “rivoluzione dal basso”, stiamo infatti assistendo ad una carenza organizzativa ed economica del SSN, questa profonda crisi sta portando a mettere in discussione il sistema, cercando e spesso trovando soluzioni alternative per risolvere il “gap” assistenziale che si sta creando negli ultimi decenni.

Per reperire l’intero studio potete contattarmi all’indirizzo mail: nadiaachaab@gmail.com

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